Nac: la psicologia dello smalto [follia edition]

domenica, novembre 10, 2013

A tutte é capitato, almeno una volta nella vita, di dover scegliere lo smalto e intripparsi malissimo (tradotto: rimanere in un vorticoso flusso di indecisione per lungo tempo) perché quel colore é troppo, quello gne, quello boh, quello meh e quell'altro mbah.

Perché dipende dal mood, dall'occasione e dalla condizione delle unghie.
Se, per esempio, siamo un po' scocciate e abbiamo le cuticole che somigliano alle radici degli alberi di Villa Giulia a Palermo (io, fossi in voi, googlerei) o, magari, il pollice che ha l'unghia più lunga, discrimina il mignolino (o la mano destra discrimina la sinistra, il che é molto più comune), non credo che sia umanamente possibile indossare uno smalto rosso ed uscire come se non stesse per entrare un ammasso di asteroidi nella nostra atmosfera, come se non stesse per succedere l'irreparabile.

Se, in quel caso, uscite con il suddetto smalto...non so, immaginate sul tram.
Vi dovete tenere con la maniglia e, però, non volete fare vedere che avete lo smalto rosso che vi mette in evidenza la mortedentro delle vostre dita (vogliamo parlare delle luci dei mezzi pubblici? No, cioè...) e va a finire che non vi tenete bene e...(la situazione sta degenerando).

Ci sono altre situazioni in cui non si può sbagliare assolutamente il colore dello smalto e la pressione psicologica é, se é possibile, ancora più tremenda.

Per esempio quando andate a pranzo da qualcuno che non conoscete. Le mani, a tavola sono in primo piano. Allora potrebbe essere che la vostra neo-suocera (così, facciamo un esempio a caso) sia tipo la zia biondona ed estrosa (?) di Francesca in "La tata' e, a quel punto, non c'è problema. Anzi, se non siete eccessive ed esagerate lá passate anche come quelle tantotroppoperbenino.



Però, potreste anche capitare a casa di uno che ha come madre la mamma di Lorelai Gilmore (lo so che questo post sará trovato da tutte quelle che cercano notizie su "Una mamma per amica", e rido molto) e, quella, se spuntate con lo smalto nero o viola penserà che siate delle squattrinata artiste di strada che fanno parkour, per dire.


Che poi, scherzi a parte...quando lo smalto serve bello e lucido e intatto, cosa fa...? SI SCHEGGIA! E non importa se l'hai messo ieri sera e ha solo 15 ore di vita. Non importa se é quello a lunga tenuta con il top coat che te lo fa durare 12 mesi. LUI SI SCHEGGIA e ti mette a disagio.

Vogliamo parlare della sensazione tremenda di andare in un negozio, per esempio, a comprare qualcosa e dover toccare i capi che la commessa ci mostra con il dito indice a cui manca metà di smalto?

Dai, non ditemi che sono l'unica a cui capita. É tremendo. Terribile.

Il vostro bellissimo anello, smontato dallo smalto sminchiato (termine coniato ad hoc da me e Claudia in riferimento a tutte quelle situazioni in cui lo smalto perde  lo scopo originario di vernice per unghie e si trasforma in una tortura per l'anima).



Siccome, però, io sono stata assunta su questo blog per darvi delle soluzioni (sento le risate scroscianti levarsi dall'ultima fila e diffondersi, poltrona dopo poltrona) eccomi qua a dirvi qual é il modo per risolvere questi problemi inesistenti che ho amabilmente creato per tutto il post: lo smalto nude. 

Ce l'avete ma sa fare finta di non esserci, si comporta bene sulle unghie non in perfetto stato e, cosa ancora più importante, non vi tradisce perché, se si scheggia, si vede poco.

Sono o non sono un genio del male?
Come funziona la vostra psicologia dello smalto? Come potete vedere, la mia é molto semplice (?): mi creo problemi a palate.

Vieni a farti due chiacchiere con noi su Google Plus? No, perchè ci divertiamo un sacco. Si parlotta di tutto e di più, soprattutto di più. Daaaaaaaai, vieni.

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