Lui&Lei | Il primo appuntamento

domenica, settembre 20, 2015


Lei
Mi ha detto alle 21. Sono già in ritardo, le 15 e non ho ancora fatto la doccia.
Non so neanche che mettermi. Ma lo smalto? Lo lasciamo stare. Però le mani sono la prima cosa che si vede. Che figura ci faccio. Devo andare a fare la doccia. Poi metto lo smalto. No, prima mi vesto e poi lo smalto. Ma non so che mettere. Intanto scelgo lo smalto. La piastra l'ho accesa? Meglio il ferro chè il liscio piatto fa tanto discoteca anni '90.
Il trucco solito, si sa che non si devono mai provare cose nuove al primo appuntamento. Non si sa mai, meglio evitare. Poi si scioglie qualcosa, si stacca una ciglia. Che schifo.
Vado a farmi la doccia.
Il problema è che non si smette di pensare neanche mentre ci si fa lo shampoo. Non mi ricordo dove ho messo il vestito nero. Nero per forza, quello con il corpetto stretto così non si vede la ciccia e la gonna un po' gonfia così posso mangiare. No, le calze no. E che scarpe metto? Quelle bordeaux così le abbino al rossetto. No il rossetto è meglio evitare, sperando in bene.

Ma le donne come li chiudono i vestiti con la zip dietro. E' bloccata a metà schiena. Non ci si arriva proprio. Contorsionismo level pro. Forse mi sono sfilata una spalla. Sudo, ho caldo.
CE L'HO FATTA! Dov'è il telecomando dell'aria condizionata? Forse sul letto. Sotto i vestiti.
Va a finire che se penso mentre i capelli si arricciano mi si brucia qualche ciocca. Rimani concentrata. Chissà cosa starà facendo. E se non gli piaccio? Mi vede e tira dritto con la macchina. Rimani concentrata!!
Metto l'eyeliner. Tolgo l'eyeliner. Metto. Tolgo. Sbavato. Più spesso. Più fine. Sbavato. Ho caldo di nuovo. Meglio se mi sposto sotto l'aria condizionata.
Trucco fatto. Vestita. Scarpe messe. Capelli apposto.
Lo sapevo. Non ho scelto la borsa.

PRONTA!
Suona il telefono. Sarà lui. Sicuro. Ma dove l'ho messo? Dov'è? Lo sento! Oddio. Ora non rispondo e se ne va. Ma dov'è? PiangAH LA BORSA.
Ma perchè mi è uscita la voce da oca? Va bene, Scendo. 21:01.
Ma guardalo. E' bellissimo. Come saremmo belli insieme, mano nella mano, sorridenti, gli arcobaleni e i miniponMa mi sta chiamando? Ops. Forse è meglio uscire dal portone.
Bacino sulla guancia? Mano? Abbraccio? Sguardo a terra e sorriso imbarazzato. Classicone imbarazzato. Ma cosa sto facendo. Saliamo in macchina, mi fanno già male le scarpe.
E' bello. Proprio bello. Andiamo. Ma mi sta mettendo una mano sulla gambAh no, il cambio. Giusto.
Eh eh, sorrisino.
Chiacchiera, che bella voce, che bel sorriso, che occhi. Ma come si fa? Non ho sentito una parola di quello che ha detto. Che faccio? Starò passando per scema. Come se non lo fossi.
Parcheggiato. Scendo? Lui è sceso. Mi apre la portiera? Aspetta che prendo la borsa. Ma dov'è andato? Ah. Eccolo. Devo avere gli occhi a cuoricino. Lui sorride.

Wow. Mi ha anche spostato la sedia.
Ok, Menù. Che ansia. Che devo prendere? Faccio scegliere a lui, ci togliamo il problema. No, anche perchè non riesco a concentrarmi sul menù. Eh eh, altro sorrisino. Fingiamo tranquillità.
Come minimo rompo un bicchiere. Perchè mi guarda?
Si sarà sciolto l'eyeliner. Sarò un panda. Mi specchio nella bottiglia e non sembra. Ma che c'è? Non ho ancora mangiato, i denti sono apposto. Sorride ed è bello.
Mangiamo, non ho idea di cosa abbia ordinato ma è delizioso. Me lo sono scelta bene, lui dico.
Il dolce? Ah beh si certo, il dolce. Io sarei a dieta ma non glielo dirò mai. Sai che palle essere a cena con una che rifiuta, al primo appuntamento poi. No no, vai. Due tiramisù.
Lui allunga la mano sul tavolo, allungo la mia. Sorrisino? Mh. Mi sa. Le persone come sopravvivono al primo appuntamento? Che caldo.
Finito? Finito. Cin Cin.

Ok. Saliamo in macchina?
Faccio per aprire la portiera, mi blocca. Allunga la mano lui. Si avvicina. Che buon profumo. Si avvicina ancora. Oddio, iperventilo. Mi sorride, è imponente. Sgattaiolo sul sedile. Il cuore in gola.
Arriviamo a destinazione. Qualche chiacchiera. Qualche sguardo. Mi bacia la mano, parcheggia.
Perchè ho messo queste scarpe? Che tortura. Gli ultimi passi e siamo al portone.
Infilo la chiave. Ma come ci si saluta in queste situazioni? Dai. Tutte lo vogliamo il bacio con la gambetta alzata in stile film anni '60.
Lo sento alle spalle. Magari se mi giro... Così vicino è ancora più bello. Una mano sul mio fianco. I brividi. Che pathos. Possiamo rimanere così per più tempo possibile? Si abbassa un po'. E arriva.
La gamba si alza e il bacio è perfetto.
E adesso? Oddio non vorrà salire?

Lui
Avevamo detto alle 21. Guardo l’orologio. Le 20. Ho tutto il tempo di terminare un episodio di How I met your mother. C’è Barney che si sta disintossicando dalle storie di una notte e cerca di convincere Ted ad andare a letto con una tipa al posto suo. Voglio vedere come va a finire. 

Riguardo l’ora: 20.15. 
Mi infilo sotto la doccia e penso: camicia bianca e jeans. Il classico che non tramonta. La barba la lasciamo incolta. Il trasandato va di moda. Le occhiaie, invece, un po’ meno. Pazienza. Profumo, chiavi e portafogli. Ho preso tutto. Forse. 

Sarebbe carino portarle dei fiori. Chissà quali preferisce. Potrei sbagliare o prendere qualcosa che odia. E se è allergica? Il fioraio chiuso mi toglie ogni dubbio. Mai un indiano con le rose quando serve. Digito il suo indirizzo sul navigatore. Perché mi sudano le mani? Aveva detto la seconda traversa a destra. O la terza? Va be’ mi infilo qui. Che musica le piacerà? 
Collego Spotify riproduzione casua…DOVE DIAVOLO STO ANDANDO CHE E’ CONTROSENSO?! SCUSI SIGNORA SI LO SO COLPA MIA!!! MI SCUSI!!! Resta concentrato. CON-CEN-TRA-TO. 
Credo di essermi perso. Se la chiamo faccio la figura del coglione. Si ma non posso star qui a girare a vuoto, sono quasi le nove. Sto sudando. 
Metto al massimo l’aria condizionata. LA CAMICIA PEZZATA NO. Ok. La chiamo. Perché non risponde? Sarà ancora sotto la doccia? Ma era stasera che dovevamo uscire? Numero 7, giusto? La richiamo. Eccola, finalmente. Quanto è bella? Stasera ho fatto jackpot. Mi darei il 5 da solo. 

Come la saluto? Bacio sulla guancia? Abbraccio? Sguardo a terra e sorriso imbarazzato. Ora sicuro pensa che sono imbranato. Cerchiamo di riprenderci con il dialogo. Il meteo no. NON parlare del meteo. La musica si, buon argomento. Non troppo nel dettaglio. Restiamo sul vago. Forse è troppo alta l’aria condizionata. 
L’abbasso? Apro il finestrino? Perché mi guarda così? Si starà annoiando? Come è bella. Vorrei baciarla subito. Allungo la mano per prendere la sua, ma devio in fretta sul cambio. Che cavolo combino? Spero di ricordarmi la strada per il ristorante. 

Le apro la portiera o le sembrerò Ichabod Crane venuto direttamente dal 1700? Ho poco tempo per decidere e tento. Già che ci sono le sposto anche la sedia. Avrà apprezzato? La guardo e cerco di capire. Sembra tranquilla. Il menu. Devo scegliere io? Panico. Le piacerà il pesce? Ed il vino? Non ne capisco nulla. Perché non ascolto mai mio padre quando al ristorante ordina da bere? 
Scelgo una cosa a caso. Pare buono. Non ce la faccio per il dolce. Ma lei sembra volerlo. Due tiramisù. Ok. Allungo la mano per prendere l’acqua. Lei mi guarda ed allunga la sua. Cena finita e non mi sono strozzato nemmeno una volta. 

Torniamo alla macchina. Il giochetto della portiera pare aver avuto successo. Blocco la sua mano che tenta di aprirla. E se la baciassi ora? Mi avvicino. Non mi pare ci fossero cipolle nell’insalata. Perdo l’attimo. Lei sgattaiola in macchina ed io salgo alla guida. Parcheggio sotto casa sua e la accompagno al portone. Infila la chiave, ORA non posso esitare. 
Attacco alle spalle, si gira, ed è mia. La guardo negli occhi, è troppo bella. E adesso? 
Se mi chiede di salire ho vinto la serata, ma che dico, HO VINTO LA VITA! Non ho capito bene, come hai detto?

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